LXII - PRATICARE IL TAO Ecco che cosa è il Tao: il rifugio delle creature, tesoro per il buono, protezione per il malvagio. A parlarne con elogio si può tener mercato, a seguirlo con rispetto si può emergere sugli altri. Degli uomini malvagi quale può essere respinto? Per questo si pone sul trono il Figlio del Cielo e si nominano i tre gran ministri. Anche se costoro hanno il gran pi1 per ottenere precedenza alla loro quadriga, è meglio che se ne stiano seduti ad avanzare in questo Tao. Quale era la ragione per cui gli antichi apprezzavano questo Tao? Non dicevano forse: ottiene chi con esso cerca, con esso sfugge chi è in colpa? Per questo è ciò che v'è di più prezioso al mondo.
1 Il pi era un disco di giada opportunamente lavorato, usato come distintivo di rango. Veniva esibito dalla carrozza del sovrano e dei suoi ministri per ottenere la precedenza nelle strette strade dell’antica Cina.
Il pensiero mi è subito andato al passo di Matteo: «Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.»
Tale è il Tao, contiene tutto ciò che serve alle creature, viene riconosciuto come fonte di vita dalla gente buona; non viene riconosciuto dai malvagi, tuttavia il Tao li sostiene comunque.
A parlarne bene si può essere avvantaggiati, a seguirlo si può emergere sugli altri: ma questo è un motivo sufficiente perché il Tao si dimentichi dei malvagi? No, lui è per tutti.
A giudicare i malvagi ci penseranno il Re e i suoi ministri, i quali, sebbene abbiano molti privilegi, è bene che si mantengano nel Tao. Gli antichi perché onoravano il Tao? Perché chi vuole migliorare sé stesso troverà ciò che cerca e chi sbaglia sarà perdonato. Così dovranno comportarsi anche Re e ministri, perché al mondo non c’è niente di più prezioso del Tao.