Eppure dovresti esserci abituato al passo indietro di una donna quando le corri incontro speranzoso, vivo, col cuore intontito di chimere narcotizzate dalle fantasie che ti compri nei mercati di seconda mano Invece non è così, non ci si abitua non ci si abitua mai e col tempo peggiora Si innamorano dell'altro, di quello che non sei si innamorano dell'altro, di quello che ti inganna che tanta bellezza interiore fa a cazzotti con quel che il vomito e l'immondizia hanno legato assieme per comporre il tuo volto dovresti conoscerlo il finale, dovresti esserci abituato Invece non è così, non ci si abitua non ci si abitua mai e col tempo deteriora Deteriora l'idea falsata della tua bellezza, si innamorano del tuo saper raccontare ma i tuoi personaggi sono lo stimolo per cercare oltre, facce di eroi che emanano calore sorrisi incantatori che umiliano le tue labbra sottili dovresti aver imparato la lezione, dovresti esserci abituato Invece non è così, non ci si abitua non ci si abitua mai e col tempo riaffiora Riaffiora quel tuo voler vivere in pieno ma ti hanno sempre messo in panchina, riserva della riserva di un gioco senza cambi Te ne stai lì, a riparare il cuore, ma vorresti lasciarlo sanguinare, a che ti serve se nessuno ci vede l'amore, soprattutto lei? Invece tiri avanti, lo ripari, cercando un senso camminando in un mondo che il tempo scolora.
*** L’autunno è il tempo della malinconia. Mi piace vivere la malinconia, a volte mi suggerisce immagini care, altre volte immagini crude. Questo scritto sta tra le seconde.