Give me back the Berlin wall
give me Stalin and St Paul
I’ve seen the future, brother:
it is murder.
(The future, Leonard Cohen)
A scuola dovevo ripetere che la Civiltà, è nata in quella porzione di mondo chiamata ‘mezzaluna fertile’ attraversata da due grandi fiumi: il Tigri e l’Eufrate. E poi dovevo addentrarmi nelle Città-Stato, quindi negli imperi, nelle tecniche di coltivazione, di irrigazione, dell’uso del carro, dell’invenzione della scrittura, il codice di Hamurabi, la Ziggurat. Ma non potevo assolutamente dire quello che pensavo in merito a tutto quel fiorire di sapere e di organizzazione sociale, ovvero che le Civiltà si basavano sulla schiavitù; senza schiavi non c’era manovalanza gratuita per costruire qualsiasi cosa.
Alla base di ogni pensiero umano c’era uno schiavo, un essere umano non considerato tale, ma una macchina adibita a un lavoro che non si doveva inceppare; solo così gli uomini ‘liberi’ avevano il tempo per dedicarsi al pensiero o rincorrere nuovi possedimenti grazie alla guerra.
La figura del non essere umano è presente in tutte le epoche storiche, è stato chiamato con appellattivi diversi, ma nella sostanza era solo una macchina da lavoro.
Con l’avvento del Cristianesimo la schiavitù è stata vista con orrore (ogni uomo è una creatura di Dio), quindi gli schiavi sono stati evoluti a livello di servi della gleba, ovvero dovevano lavorare per conto degli uomini ‘liberi’ (i nobili), trascinandosi nella miseria, alla mercé della Legge, scritta dalla nobiltà, la quale divideva la ricchezza in modo diseguale, il 90% a loro (che erano in pochi), il 10% agli altri (una moltitudine). Però ai servi della gleba era offerta la possibilità di riscatto, dopo la morte sarebbero stati i primi nel Regno dei Cieli (stravolgendo le parole di Gesù).
Questa situazione si è mantenuta nel corso dei secoli: schiavi e servi stavano alla base del progresso umano (riservato agli abbienti).
L’Illuminismo ha portato una ventata nuova; ogni essere umano non solo assumeva a pieno titolo il diritto di essere considerato tale, ma doveva partecipare alla vita della società. Questo andava in contrasto con l’esigenza degli uomini ‘liberi’ che detenevano il Potere, perché i nuovi soggetti che si sarebbero presentati avrebbero preteso la loro parte di ricchezza, prendendosela dal loro 90%, e di fatto ne ostacolarono il cammino. Questo però non ha impedito lo sviluppo di idee e di partecipazione politica (magari aggirandosi nell’illegalità) e le rivoluzioni (le quali hanno cambiato i soggetti del Potere, dai nobili ai borghesi, ma hanno tenuto fermo il principio che il 90% della ricchezza è riservato al Potere), portando, almeno in Occidente, allo sviluppo della Democrazia, soprattutto dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
Democrazia significa che ognuno può partecipare alla vita politica del proprio Paese e per consentirlo bisogna che sia libero dai bisogni primari, quindi alla base della Democrazia ci sta una redistribuzione della ricchezza. Per gli uomini ‘liberi’ la Democrazia è fumo negli occhi, nessuno di loro era ed è propenso a redistribuire le ‘loro’ ricchezze.
Così, con lo sviluppo della Democrazia, avevano iniziato a pagare fior fior di intellettuali per elaborare delle strategie per non perderle (e gli economisti si sono piegati subito).
Purtroppo tra i vincitori della Seconda guerra mondiale c’era pure Stalin, il comunista, il nemico del Capitale (gli uomini ‘liberi’ ora si riconoscono sotto questo nome), un colosso che dispensava tra gli ex schiavi e gli ex servi della gleba l’idea che potevano prendersi il Potere, ovvero il 90% della ricchezza a loro mancante.
Al momento il Capitale non poteva annientare l’Unione Sovietica, per cui aveva ideato una strategia diversa: rinunciare a un po’ della sua ricchezza, dispensare un benessere diffuso tra gli ex servi della gleba, almeno superiore a quello che vivevano i loro pari in U.R.S.S., così da non desiderare quel tipo di organizzazione sociale. La libertà e la ricchezza di cui si godeva sotto il Capitale era di gran lunga superiore a quella di ogni regime comunista e questo dissuase i più dall’idea della rivoluzione. Intanto dal fronte economico continuavano con gli studi da diffondere quando il pericolo rosso sarebbe cessato: la Democrazia doveva rimanere solo una parola scritta, non un modo di vivere concreto.
Finalmente, nel novembre 1989, il simbolo della cortina di ferro, della potenza sovietica, quel tratto di muro che divideva Berlino venne abbattuto, tra la gioia di tutti; ora il benessere sarebbe arrivato anche a Est; eravamo liberi di passare quei confini invalicabili, scorgevamo nuove prospettive di vita, la Democrazia poteva diffondersi. Poveri illusi. Gli uomini ‘liberi’ avevano vinto, ora potevano smettere di consentire quelle libertà che avevano dovuto elargire per evitare la minaccia comunista e soprattutto dovevano riprendersi la fetta del 90% che avevano distribuito. Si inventarono la Globalizzazione e soprattutto l’idea che il debito di uno Stato è cosa grave (avevano fatto lavorare per decenni economisti per questo e hanno allevato nuovi laureati con queste baggianate);ora tutti sono concordi che se uno Stato ha un debito l’economia vacilla, manca il denaro, si decurtano gli stipendi, si perde il lavoro, le piccole aziende chiudono per mancanza di finanziamenti. E se un popolo vive nella minaccia della fame o della paura, la Democrazia non si compie (la Democrazia, ripeto, ha bisogno del benessere per consentire a ognuno di partecipare allo sviluppo della società). In Occidente poi hanno inventato un colpo da maestri: l’Unione europea. Venduta come l’unione di popoli, in realtà è stato lo strumento per togliere a ogni Stato la sua sovranità, in primis quella di battere moneta, che avrebbe consentito a costoro di superare la crisi e offrire occupazione e benessere, ovvero si è impedito lo sviluppo della Democrazia. E gli uomini ‘liberi’ si stanno riprendendo il 90% della ricchezza, mentre una vasta fetta di illusi sta riscoprendo di appartenere (o di scivolare) tra i servi della gleba.
La crisi che stiamo vivendo è tutta qui. Quindi non affidatevi, come dei tonti, al politico più accattivante; che sia un vecchio miliardario col sorriso di plastica o un quarantenne che sa solo giocare con le parole, non hanno idee di futuro; chi gestisce il futuro e ve lo sta rubando è altrove, e costoro non ve lo diranno mai. Non credete neppure a chi sogna nuove autonomie locali, stanno solo cercando una barca che li salvi dalla tempesta.