A valle dell’elezione delle regionali e del referendum, provo a fare qualche inutile analisi.
Primo, in Veneto Zaia supera le aspettative e il titolo di doge non glielo possiamo negare. È vero, dalla sua ha avuto tre grandi disgrazie da gestire: il maltempo che ha distrutto il Cadore, l’acqua alta eccezionale a Venezia, il Covid-19. Però gli va dato atto che lui e il gruppo a cui si è affidato lo hanno saputo gestire. Nel caso del Covid-19 una cosa non dirà mai: deve ringraziare tutti i responsabili delle USL che gli hanno messo i bastoni tra le ruote per non rendere la sanità veneta, com’era sua intenzione, alla stregua di quella lombarda. I risultati sarebbero stati peggiori e così la percezione dei cittadini.
Quindi Zaia è doge e non si discute, ora si giocherà la partita dell’autonomia. Non ha solo il 76% dei votanti veneti dalla sua (su questo tema credo che i numeri siano maggiori), ha pure tra le mani i testicoli di Salvini. Questo tronfio signore sta dimostrando di non saper gestire alcunché oltre a fermare le navi di immigrati (che poi proprio fermate non lo sono state, ma bastava per l’opinione del popolino), non sa dare prospettive serie alla situazione politica attuale, Zaia sì. La sua lista ha avuto tre volte i numeri della Lega, ha sfiorato la maggioranza. Salvini pronosticava un 7-0 alle regionali che non si è avverato, ha puntato sulla roccaforte toscana per umiliare la Sinistra e non gli è andata bene.
Zaia, nelle prima uscita da eletto ha parlato di Veneto e di autonomia, trascurando la Lega, non è una dimenticanza, a quei livelli sono messaggi chiari. Zaia può chiedere le dimissioni di Salvini e guidare la Lega. Non lo farà, credo, a più a cuore l’autonomia veneta (ha più convenienza essere a capo di un territorio che ha un PIL pari alla Baviera che sobbarcarsi le beghe italiane), ma Salvini dovrà obbedirgli, sono cambiati i rapporti di forza. O Salvini si batterà per l’autonomia veneta oppure…
ci siamo capiti!
E la Sinistra? È già andata bene così. Certo sono numeri risicati, ma l’esposizione eccezionale avuta da Zaia durante il blocco delle attività, l’averla saputa gestire, tutto sommato bene, han fatto la differenza, Zaia agli occhi della maggioranza non è stato più visto come un politico, ma come il paraclito che ti toglie dai guai, non puoi competere contro un semidio.
E poi, per dirla fino in fondo, la Sinistra in Veneto non ha dato mostra di virtù, nello scandalo MOSE ci sono entrati anche dei suoi politici, in che cosa si poteva distinguere rispetto alla Destra? In moralità? Dai, non scherziamo.
E poi, a mio parere, la Sinistra ha capito che in Veneto non vincerà mai. La lezione le è arrivata nel 2000 quando a un candidato ladro della Destra lei aveva anteposto un filosofo che si era dimostrato anche un capace amministratore di una città come Venezia. Vinse il ladro.
Il Referendum. Non mi ha appassionato dall’inizio. Il quesito posto lo ho trovato insulso nell’analisi che lo reggeva. Pura propaganda. Ma mi è stato chiesto di rispondere e io che so che il voto è costato tante botte, sangue non mi tiro indietro, mai. Ricordando i libri di Storia letti a scuola so che dare uno stipendio ai parlamentari rispondeva a un’esigenza di Sinistra (sich!) per avere dei rappresentanti che altrimenti non avrebbero potuto esercitare il loro mandato, in quanto al Parlamento si andava a titolo gratuito (quanta merda ho letto dagli idioti di Facebook in proposito), perché venivano eletti solo i padroni che potevano contare su altre rendite e in Parlamento legiferavano i loro comodi, mi sono orientato per il NO.
Ho votato NO perché, me ne frego se sono fuori tempo, ritengo che il proporzionale sia la forma più garantista della Democrazia (certo, si perde più tempo in discussioni, ma la Democrazia si esercita proprio in questo), perché i costi della politica si tagliano riducendo gli stipendi e cancellando la miriade di cariche ed enti che servono solo per garantire una vecchiaia serena agli ex parlamentari fedeli a un partito o ai trombati di prestigio di turno. Credo che il risparmio servirà a inventare nuove soluzioni per gli ex parlamentari che non potranno più presenziare in Parlamento.
Il costo della politica non è il vero problema, il vero problema è che questo Paese non sa più esprimere politici degni di questo titolo. Purtroppo con Berlusconi è partito lo slogan che il politico cresciuto nella sede di partito è il male, mentre chi non ha mai fatto politica è un bene. Ai tempi di queste discussioni chiedevo alla gente: «Ma voi accettereste di andare in gita con un autista di autobus che non ha mai guidato e non ha la patente?», perché di questo, stringi strigi, si vantava Berlusconi e si stanno vantando i M5S. Allora gli insulti si sono accumulati e ho intuito che stavo entrando in un tempo che avrei faticato a capire.
Il M5S gode della vittoria, eppure mi verrebbe da chiedere: «Ma, secondo voi, i partiti perché hanno rifiutato il taglio degli stipendi e hanno detto sì ai tagli dei parlamentari?», io qualche domanda me la sarei fatta.
La politica la gestiscono i segretari di partito, avere lo stipendio dei parlamentari tra le mani è un potere incredibile. Di certo il Parlamento discuterà di meno e alzerà la mano ogni volta che lo richiederà il leader, velocizzando ogni iter. Non ci sarà opposizione, neppure dentro gli stessi partiti. Ciao Democrazia.