Testimone di Geova

il mio lavoro mi porta a entrare in case, fabbriche, negozi, studi, insomma laddove c’è una connessione telefonica e di conseguenza mi rapporto con molte persone.

Inevitabilmente sfiori le altre esistenze, ne carpisci le abitudini, a volte anche i pensieri guardando gli oggetti o la cura con cui è tenuta una casa. Capisci se sono persone che lavorano, e quindi convivono con il disordine, e dove c’è la casalinga che vede la casa come prolungamento di sé stessa, dove ordine e pulizia regnano sovrani. Capisci se in casa sono devoti e pii per le immagini di madonne e cristi col cuore trafitto dalle spine, oppure con appese le fotografie del papa, o se sei in casa di nostalgici per busti con l’irritante mascellone di Benito o, e mi è capitato di vederla, una bella foto di Adolf e Benito insieme. Devo dire che i Lenin e i Marx sono spariti, anche nelle sedi di partito, in via di estinzione pure Che Guevara.

Se i fasci littori e le foto di Benito mi sconfortano (adorare un periodo e un politico che si è coperto di nefandezze non dimostra di essere di Destra, ma dimostra semplicemente di essere idioti), ciò che mi fa veramente male sono quegli adesivi che spesso vedo a fianco dei campanelli dove sono stilizzati due omini con la valigia e la scritta NO o presentano direttamente frasi del tipo “I Testimoni di Geova non sono graditi”. Francamente, sebbene permeati di finta educazione, li trovo terribilmente razzisti, vicini al “vietato l’ingresso ai cani e agli Ebrei” degli anni che furono.

Lo trovo offensivo perché non è un invito a un noioso interlocutore a desistere, ma un rifiuto a priori a vedere un volto. Il volto lo devi accettare, sempre, rifiuti tutt’al più l’argomento, ma il volto, il buongiorno, quello non lo puoi negare.

Però ognuno è libero di fare quello che vuole e io quando lavoro cerco di tenermi ben stretto all’articolo 3 della Costituzione: presto lo stesso servizio al di là del sesso, ceto, razza, religione, appartenenza politica del cliente, anche se Benito e quegli adesivi mi disturbano molto.

Così è accaduto che una mattina di Primavera mi ero alzato col piede giusto, riposato, la bella giornata mi aveva messo di buon umore, l’oroscopo mi indicava cinque stelle su cinque e i bioritmi erano al massimo.

Il primo cliente della giornata viveva in una casetta a schiera, e a fianco del citofono c’era l’adesivo. Con una giornata con gli astri favorevoli non potevo indugiare, quell’idea che mi passava da tanto tempo la potevo mettere in atto, ed ero deciso a realizzarla.

Suono il citofono, questo con una voce metallica mi chiede chi sono.

Dico il nome dell’azienda, al lavoro perdo l’identità.

La signora apre il portone e mi da il benvenuto: «Disgraziati, sono dieci giorni che vi aspetto!», preme il pulsante del citofono e scatta la serratura del cancello, ma io non mi muovo.

«Non si è aperto?», vedendomi indugiare scende le scale e mi viene incontro, lo spalanca, «Ma sì che è aperto…»

Indugio, fingo di non trovare le parole: «Signora, se vuole le mando qualcun altro, ma non le garantisco che arrivi oggi…»

«Ma che cosa sta dicendo? Perché deve mandare qualcun altro, non è della XX?»

«Sì, ma sono anche un Testimone di Geova e vedo scritto qui che non ci volete. Le mando qualcun altro».

La signora arrossisce e imbarazzata si scusa: «Ma no, è quel cretino di mio marito, entri, entri!»

Entro, mi faccio dire qual è il motivo per cui ci ha chiamati. Apro la prima presa, è ossidata, la sostituisco, faccio una misura, provo il telefono, funziona.

Posso andarmene, ma voglio continuare nel mio intento (capisco poi di aver esagerato).

«Bene, funziona. Come vede sono stato solo qui, ho toccato solo la presa e il telefono, basta che pulisca qui e la cornetta, così suo marito non avrà fastidi».

«Insomma… non è come crede, mio marito è una persona per bene!», mi risponde con le gote arrossate.

«Ne sono più che convinto, anche senza conoscerlo e da me può venire quando vuole».

Me la potevo risparmiare, lo so, ma quando fai un’azione devi attenderti anche la reazione, anche se appiccichi al campanello un adesivo. Le parole pesano, hanno fondamenta, stanno alla base della vita, la Parola ci ha creati.

Non sono più passato davanti a quella casa, ma mi piacerebbe sapere se l’adesivo è stato tolto o sostituito con “Qui i Testimoni di Geova possono solo lavorare”, stile Zaia.

Ah… per i Testimoni di Geova, a scanso di equivoci, se venite da me il buongiorno non ve lo nego, il più delle volte mi aggrego a coloro che vi rispondono che non sono interessati l’argomento, qualche volta, quando i bioritmi lo consentono, accetto la discussione. Ma vi avverto, chi ci ha provato non ne è uscito bene e rifiuto sempre le “Torri di guardia”, ne ho lette un paio e le trovo intrise di banalità.

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