LVI - LA MISTERIOSA VIRTÙ Quei che sa non parla, quei che parla non sa. Chi ostruisce il suo varco, chiude la sua porta, smussa le sue punte, districa i suoi nodi, mitiga il suo splendore, si rende simile alla sua polvere, dicesi accomunato col mistero. Per questo costui non può essere attirato né può essere respinto, non può essere avvantaggiato né può essere danneggiato, non può essere nobilitato né può essere umiliato. Per questo è il più nobile del mondo.
Quando ci si rapporta alla sublimazione degli ideali (perché questo è Dio e questo è il Tao), ci troviamo, come ha ben spiegato Lao Tzu in quest’opera, privi di parole. Non possiamo imprigionare l’idea del sublime dentro la grammatica, però noi possiamo diventare quella grammatica, questo è il senso del capitolo.
Quindi chi ha capito il Tao non lo sa spiegare, questa stessa opera non è di facile comprensione, le interpretazioni che si conoscono sono figlie dell’approssimazione verbale, chi ne parla con tranquillità e sicurezza dicendo: «È così», non ne sa niente.
Perché quando ci si riferisce a Dio o al Tao e alla Sua contemplazione le parole sono di ostacolo, serve il silenzio, inteso come distacco dai pensieri, un vuoto che riempie, a questo serve la meditazione, questo è il chiudere la porta e aprirsi all’introspezione. Per meditare vanno smussate le punte, cioè bisogna soffiare via i pensieri legati ad attaccamenti o desideri, vanno smussati fino a eliminarli. Vanno districati i nodi, cioè tutto ciò che è fonte di contese, non va alimentata la rabbia per i torti subiti.
Mitiga il suo splendore, va rigettato ogni barlume di ego, questo ci darà quiete perché nessuno vorrà rivaleggiare con noi, non ci interessa la competizione, così chi si sente più piccolo di noi non si ritirerà, ma accetterà la nostra compagnia; si rende simile alla sua polvere, diventando polvere possiamo passare per ogni anfratto del Tao e capirlo, annullando noi stessi abbiamo tutto quello che ci serve per comprendere il Mistero.
Chi ha raggiunto il Tao non può essere attirato e quindi neppure respinto (ricordatevi che si parla sempre in termini di yin e yang); non verrà avvantaggiato il che significa che non sarà neppure danneggiato; non verrà incensato come un re, ma non sarà neppure umiliato. Rigettando la competizione non può essere superato.