LVII - RENDERE PURI I COSTUMI Quando con la correzione si governa il mondo con la falsità s'adopran l'armi: il mondo si regge col non imprendere. Da che so che è così? Dal presente. Più numerosi ha il sovrano i giorni nefasti e le parole proibite più il popolo cade in miseria, più numerosi ha il popolo gli strumenti profittevoli più i regni cadono nel disordine, più numerosi hanno gli uomini gli artifizi e le abilità più appaiono cose rare, più si fa sfoggio di belle cose più numerosi si fanno ladri e briganti. Per questo il santo dice: io non agisco e il popolo da sé si trasforma, io amo la quiete e il popolo da sé si corregge, io non imprendo e il popolo da sé s'arricchisce, io non bramo e il popolo da sé si fa semplice.
Quando con la correzione si governa il mondo
con la falsità s’adopran l’armi
Ho avuto modo di leggere interpretazioni discordanti di questa frase. Per il confucianesimo il popolo va corretto. Secondo me Lao Tzu discordava dall’insegnamento di Confucio, lo dimostrano tutti i capitoli che finora abbiamo letto dove richiama alla naturalezza dell’esistenza, invitando a non imprimere modifiche dettate dalla volontà, soprattutto se discutiamo di regole di governo. Se si impongono regole nel dominio, queste sono regole che servono alla classe dominante per salvaguardare i propri privilegi, non per agevolare la fluidità e la spontaneità al popolo. Perché se queste regole, queste correzioni non sono sufficienti, il sovrano, nascondendosi dietro qualche necessità superiore legata a dei princìpi, ricorre alla violenza. Ma il vero sovrano regna senza imporre nulla.
Lao Tzu ci dice che queste sono affermazioni che nascono dal suo osservare il mondo.
Il regno che il sovrano deve governare è simile alla pianta. Il sovrano deve occuparsi delle radici, le deve innaffiare, non deve potare insensatamente ogni nuovo ramo, ogni nuovo ramo è la vita per la pianta, tagliare qualsiasi ramo che voglia tendere al cielo è procurare la morte alla pianta stessa.
Più proibizioni vengono emanate dal sovrano e più il popolo si immiserisce. Più concedi strumenti profittevoli, cioè agevolazioni che non portano a un benessere esteso1, più il regno cade nel caos, diventa ingestibile, ognuno pensa al suo tornaconto a scapito di qualsiasi altro.
In questo caos il popolo si fa abile e ognuno trova metodi per imbrogliare lo Stato e gli altri per avvantaggiarsi e guadagnare illecitamente. In questo modo, la ricchezza non è più distribuita, ma i più lesti rubano ostentando la nuova ricchezza, creando diseguaglianze sociali. Ci sarà chi butta via il pane per mostrare opulenza e chi non riesce a racimolare delle briciole: al furto dei nuovi ricchi, si aggiungerà il furto dei poveri per sopravvivere.
Il regnante che rimane fedele al Tao, non impone e il popolo agisce da sé, in modo spontaneo, naturale; mantiene la quiete e il popolo si corregge da sé, l’unica via per vivere in armonia è il Tao; non impone direttive o leve e il popolo, impegnato nel suo lavoro, arricchisce; se il sovrano non aspira a desideri mondani, trasmette la sua semplicità al popolo e tutti la vivono. Si occupa delle radici della pianta e non dei rami.
1 Per esempio, consenti per legge di assumere con uno stipendio ridicolo aggiungendovi agevolazioni fiscali, è una misura che cela una forma di arricchimento; offri un sostegno temporaneo a chi è disoccupato e quel sostegno diventa illimitato nel tempo senza prevedere soluzioni per un impiego dignitoso; emani leggi che consentono l’elusione o l’evasione fiscale; rompi il rapporto di equità fiscale per agevolare chi già ha in abbondanza: ecc…