Esegesi di Wardakeanda

Riflessioni spirituali

Essere nonviolenti

Lo stare al mondo per l’umano in quanto essere pensante è fonte di inquietudine da sempre. Lo sappiamo dalle elementari che gli umani passarono a convivere dalla famiglia, al clan, alla tribù (un centinaio di persone), per poter sopravvivere alle insidie della vita. È nella vita in comune che l’uomo sviluppa il linguaggio e il pensiero. È nei periodi di carestia che scopre l’esistenza di altre tribù a cui depredare con la violenza i loro beni o iniziare un rapporto collaborativo, di mutuo sostegno e scambio. Sa che la Natura è un pericolo, ma è pure fonte di vita, è cosa altra ma pure vicina.

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Lo stare al mondo per l’umano in quanto essere pensante è fonte di inquietudine da sempre. Lo sappiamo dalle elementari che gli umani passarono a convivere dalla famiglia, al clan, alla tribù (un centinaio di persone), per poter sopravvivere alle insidie della vita. È nella vita in comune che l’uomo sviluppa il linguaggio e il pensiero. È nei periodi di carestia che scopre l’esistenza di altre tribù a cui depredare con la violenza i loro beni o iniziare un rapporto collaborativo, di mutuo sostegno e scambio. Sa che la Natura è un pericolo, ma è pure fonte di vita, è cosa altra ma pure vicina.

foglie d'autunno

La forza del silenzio

L’essere umano sa di non essere solo materia. Se lo fosse non proverebbe, come spesso accade, un senso di insoddisfazione, la sensazione di una mancanza, un disorientamento che necessita di una risposta.

Questa risposta non è ricercabile nel mondo delle cose, nel mondo fattuale, anche se la società occidentale ci invita a cercare nel mondo oggettivo, anzi ci facilita la vita offrendoci le soluzioni con la persuasione, la seduzione pubblicitaria. Ci spiega che il disagio interiore che ci inquieta va sedato con la somministrazione di oggetti finalizzati a un fulgore estetico del singolo che trova la sua piena realizzazione nel sentirsi ammirato e invidiato.

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L’essere umano sa di non essere solo materia. Se lo fosse non proverebbe, come spesso accade, un senso di insoddisfazione, la sensazione di una mancanza, un disorientamento che necessita di una risposta.

Questa risposta non è ricercabile nel mondo delle cose, nel mondo fattuale, anche se la società occidentale ci invita a cercare nel mondo oggettivo, anzi ci facilita la vita offrendoci le soluzioni con la persuasione, la seduzione pubblicitaria. Ci spiega che il disagio interiore che ci inquieta va sedato con la somministrazione di oggetti finalizzati a un fulgore estetico del singolo che trova la sua piena realizzazione nel sentirsi ammirato e invidiato.

Dall’Io ho all’Io sono

l vangelo di Luca 14,33 si chiude così:«…chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.»Non faccio una esegesi, ma una riflessione.Che cosa sono gli averi? La risposta immediata è: le cose materiali che si possiedono. Quindi qualcosa di tangibile. Ma si tratta solo di questo?Una volta obbedito all’invito

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l vangelo di Luca 14,33 si chiude così:«…chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.»Non faccio una esegesi, ma una riflessione.Che cosa sono gli averi? La risposta immediata è: le cose materiali che si possiedono. Quindi qualcosa di tangibile. Ma si tratta solo di questo?Una volta obbedito all’invito

Il Tao, come l’ho capito io – 81

LXXXI – L’EMERSIONE DEL NATURALE Parole autentiche non sono adorne; parole adorne autentiche non sono. Colui che è buono, non sfoggia parole, e chi sfoggia parole, non è buono. Chi sa di tutto, certo con è saggio; né chi è saggio, di certo, sa di tutto. Il vero saggio per sé non provvede: se si

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LXXXI – L’EMERSIONE DEL NATURALE Parole autentiche non sono adorne; parole adorne autentiche non sono. Colui che è buono, non sfoggia parole, e chi sfoggia parole, non è buono. Chi sa di tutto, certo con è saggio; né chi è saggio, di certo, sa di tutto. Il vero saggio per sé non provvede: se si

Il Tao, come l’ho capito io – 80

LXXX – ISOLARSI Piccoli regni con pochi abitanti: arnesi da lavoro in luogo d’uomini (sian dieci o cento) il popolo non usi. Tema la morte e fuori non emigri. Se anche vi son navigli e vi son carri, il popolo non tenti di salirvi; se anche vi son corazze e vi son armi, mai e

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LXXX – ISOLARSI Piccoli regni con pochi abitanti: arnesi da lavoro in luogo d’uomini (sian dieci o cento) il popolo non usi. Tema la morte e fuori non emigri. Se anche vi son navigli e vi son carri, il popolo non tenti di salirvi; se anche vi son corazze e vi son armi, mai e

Il Tao, come l’ho capito io – 79

LXXIX – TENER FEDE AL PATTO Quando ripari un gran torto hai certo un torto residuo. Come puoi considerarlo un bene? Per questo il santo tiene per sé la parte sinistra del patto e non esige dagli altri. Quei che ha virtù bada all’obbligo suo, quei che non ha virtù bada alle infrazioni altrui. La

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LXXIX – TENER FEDE AL PATTO Quando ripari un gran torto hai certo un torto residuo. Come puoi considerarlo un bene? Per questo il santo tiene per sé la parte sinistra del patto e non esige dagli altri. Quei che ha virtù bada all’obbligo suo, quei che non ha virtù bada alle infrazioni altrui. La

Il Tao, come l’ho capito io – 78

LXXVIII – PORTARE IL FARDELLO DELLA SINCERITÀ Nulla al mondo è più molle e più debole dell’acqua eppur nell’abradere ciò che è duro e forte nessuno riesce a superarla, nell’uso nulla può cambiarla. La debolezza vince la forza, la mollezza vince la durezza: al mondo non v’è nessuno che non lo sappia, ma nessuno v’è

Il Tao, come l’ho capito io – 78 Leggi tutto »

LXXVIII – PORTARE IL FARDELLO DELLA SINCERITÀ Nulla al mondo è più molle e più debole dell’acqua eppur nell’abradere ciò che è duro e forte nessuno riesce a superarla, nell’uso nulla può cambiarla. La debolezza vince la forza, la mollezza vince la durezza: al mondo non v’è nessuno che non lo sappia, ma nessuno v’è

Il Tao, come l’ho capito io – 77

LXXVII – LA VIA DEL CIELO La Via del Cielo come è simile all’armar l’arco! Quel ch’è alto viene abbassato, quel ch’è basso viene innalzato, quello che eccede viene ridotto, quel che difetta viene accresciuto. La Via del Cielo è di diminuire a chi ha in eccedenza e di aggiungere a chi non ha a

Il Tao, come l’ho capito io – 77 Leggi tutto »

LXXVII – LA VIA DEL CIELO La Via del Cielo come è simile all’armar l’arco! Quel ch’è alto viene abbassato, quel ch’è basso viene innalzato, quello che eccede viene ridotto, quel che difetta viene accresciuto. La Via del Cielo è di diminuire a chi ha in eccedenza e di aggiungere a chi non ha a

Il Tao, come l’ho capito io – 76

LXXVI – GUARDARSI DALLA FORZA Alla nascita l’uomo è molle e debole, alla morte è duro e forte. Tutte le creature, l’erbe e le piante quando vivono son molli e tenere quando muoiono son aride e secche. Durezza e forza sono compagne della morte, mollezza e debolezza sono compagne della vita. Per questo chi si

Il Tao, come l’ho capito io – 76 Leggi tutto »

LXXVI – GUARDARSI DALLA FORZA Alla nascita l’uomo è molle e debole, alla morte è duro e forte. Tutte le creature, l’erbe e le piante quando vivono son molli e tenere quando muoiono son aride e secche. Durezza e forza sono compagne della morte, mollezza e debolezza sono compagne della vita. Per questo chi si

Il Tao, come l’ho capito io – 75

LXXV – I DANNI DELLA CUPIDIGIA Il popolo soffre la fame perché chi sta sopra divora troppe tasse: ecco perché soffre la fame. Il popolo con difficoltà si governa perché chi sta sopra s’affaccenda: ecco perché con difficoltà si governa. Il popolo dà poca importanza alla morte perché chi sta sopra cerca l’intensità della vita:

Il Tao, come l’ho capito io – 75 Leggi tutto »

LXXV – I DANNI DELLA CUPIDIGIA Il popolo soffre la fame perché chi sta sopra divora troppe tasse: ecco perché soffre la fame. Il popolo con difficoltà si governa perché chi sta sopra s’affaccenda: ecco perché con difficoltà si governa. Il popolo dà poca importanza alla morte perché chi sta sopra cerca l’intensità della vita:

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