Filò

Vi racconto questa…

Il tempo di mezzo

Non è l’oscurità, non è la luce, siamo nel tempo di mezzo, dove qualcosa apparentemente muore e qualcosa sta per nascere. È il tempo dell’attesa e della speranza. Ci sono lingue in cui attesa e speranza hanno lo stesso suono, lingue che hanno colto il senso profondo che le lega. Si aggroviglia nel tempo l’emozione […]

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Non è l’oscurità, non è la luce, siamo nel tempo di mezzo, dove qualcosa apparentemente muore e qualcosa sta per nascere. È il tempo dell’attesa e della speranza. Ci sono lingue in cui attesa e speranza hanno lo stesso suono, lingue che hanno colto il senso profondo che le lega. Si aggroviglia nel tempo l’emozione

Domani

Non riesce a dormire. Domani dovrà lanciarsi verso l’ignoto. Niente di quello che ha fatto e conosciuto gli servirà, sarà tutto nuovo. Cominciano a essergli estranei anche i mobili della sua camera: il letto, l’armadio, il comodino, la persiana non perfettamente abbassata da cui, di primo mattino, filtrano i raggi del sole. Quando può restarsene

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Non riesce a dormire. Domani dovrà lanciarsi verso l’ignoto. Niente di quello che ha fatto e conosciuto gli servirà, sarà tutto nuovo. Cominciano a essergli estranei anche i mobili della sua camera: il letto, l’armadio, il comodino, la persiana non perfettamente abbassata da cui, di primo mattino, filtrano i raggi del sole. Quando può restarsene

Vita

Gli piaceva alzarsi al mattino un attimo prima che il sole sorgesse. Usciva dalla baita e camminava sul prato in pendenza sino ad arrivare alla fontana. Il paese sonnecchiava sotto di lui, vedeva qualche timida luce tra quelle umili mura secolari che avevano ascoltato le voci, udito i passi, i rumori di arnesi di tante

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Gli piaceva alzarsi al mattino un attimo prima che il sole sorgesse. Usciva dalla baita e camminava sul prato in pendenza sino ad arrivare alla fontana. Il paese sonnecchiava sotto di lui, vedeva qualche timida luce tra quelle umili mura secolari che avevano ascoltato le voci, udito i passi, i rumori di arnesi di tante

Un altro giorno è andato

Con questo racconto ho partecipato a un concorso l’anno scorso. Mi piaceva il tema e l’imposizione di non superare una data lunghezza, era una sfida per me riuscire a rimanere dentro a dei confini. Il tema era scegliere il titolo da una canzone di Francesco Guccini. Non sono arrivato primo, neppure secondo, neppure decimo, malgrado

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Con questo racconto ho partecipato a un concorso l’anno scorso. Mi piaceva il tema e l’imposizione di non superare una data lunghezza, era una sfida per me riuscire a rimanere dentro a dei confini. Il tema era scegliere il titolo da una canzone di Francesco Guccini. Non sono arrivato primo, neppure secondo, neppure decimo, malgrado

Capitàno, mio capitàno

1987, Estate, Lisbona, tardo pomeriggio. Sono in un taxi che mi riporta all’albergo. Il tassista è loquace, mi chiede da dove vengo e dove ho trascorso la giornata. “Na praia de Cascais”, nella spiaggia di Cascais. «Ah», imbecca lui, «sei stato dal re!» Trasecolo, quale re? «Ma il re d’Italia!», ribatte sbalordito. Accidenti, è vero,

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1987, Estate, Lisbona, tardo pomeriggio. Sono in un taxi che mi riporta all’albergo. Il tassista è loquace, mi chiede da dove vengo e dove ho trascorso la giornata. “Na praia de Cascais”, nella spiaggia di Cascais. «Ah», imbecca lui, «sei stato dal re!» Trasecolo, quale re? «Ma il re d’Italia!», ribatte sbalordito. Accidenti, è vero,

Come gli aurispici

Il Pan e vin, come lo chiamiamo qui, ma bastano una manciata di chilometri e lo chiamano caséra, o panviner, insomma il falò che si accende alla vigilia dell’Epifania, per bruciare “a vecia”, la vecchia, un rito d’addio all’anno trascorso e un’auspicio da interpretare per quello che comincia, a seconda di dove fa il fumo.

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Il Pan e vin, come lo chiamiamo qui, ma bastano una manciata di chilometri e lo chiamano caséra, o panviner, insomma il falò che si accende alla vigilia dell’Epifania, per bruciare “a vecia”, la vecchia, un rito d’addio all’anno trascorso e un’auspicio da interpretare per quello che comincia, a seconda di dove fa il fumo.

Compleanni, sponsorizzazioni e ricordi

Oggi la mia signora entra negli …anta (ma non lo dimostra, nel modo più assoluto) e io mi sono preso una giornata di ferie… per accusare il colpo! (Scherzo, dovevo consumare un paio di giorni di ferie entro l’anno e uno l’ho dedicato al suo compleanno -torte, regali ecc…-). Assolta l’incombenza mi è rimasto del

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Oggi la mia signora entra negli …anta (ma non lo dimostra, nel modo più assoluto) e io mi sono preso una giornata di ferie… per accusare il colpo! (Scherzo, dovevo consumare un paio di giorni di ferie entro l’anno e uno l’ho dedicato al suo compleanno -torte, regali ecc…-). Assolta l’incombenza mi è rimasto del

Lezioni che non si dimenticano

Quando entrò per la prima volta in classe nostra, provai il disagio di dover misurarmi con uno sconosciuto alto, magro, leggermente ingobbito, vecchio – secondo i miei parametri di allora, aveva 35 anni, 20 più dei nostri -, decifrare attraverso i suoi modi se sarebbe stato un professore di matematica severo o alla mano. Alla

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Quando entrò per la prima volta in classe nostra, provai il disagio di dover misurarmi con uno sconosciuto alto, magro, leggermente ingobbito, vecchio – secondo i miei parametri di allora, aveva 35 anni, 20 più dei nostri -, decifrare attraverso i suoi modi se sarebbe stato un professore di matematica severo o alla mano. Alla

Ho sognato che mi cadevano i denti (6 di 6)

Io Era il giorno prima di ferragosto. La notte avevo sudato parecchio e la mattina avevo un gran peso all’altezza dei bronchi. E ti pareva, combini il sudore con l’umidità e ci si ammala. Respiravo con fatica, sudavo molto. Ma sarebbe terminata presto anche l’estate. Ormai, bastava una pioggia e il clima avrebbe deviato a

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Io Era il giorno prima di ferragosto. La notte avevo sudato parecchio e la mattina avevo un gran peso all’altezza dei bronchi. E ti pareva, combini il sudore con l’umidità e ci si ammala. Respiravo con fatica, sudavo molto. Ma sarebbe terminata presto anche l’estate. Ormai, bastava una pioggia e il clima avrebbe deviato a

Ho sognato che mi cadevano i denti (5 di 6)

Naomi Rinaldo era stato seppellito due settimane prima, era sera, fine luglio, faceva caldo, le finestre facevano passare una piccola brezza che ristorava, quando il telefono mi aveva chiamato: «Sono Michele. Ha chiamato tua cugina Loli, è morta Naomi, la figlia di Petra». Due anni, due soli striminziti anni. La sto guardando nella fotografia, e

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Naomi Rinaldo era stato seppellito due settimane prima, era sera, fine luglio, faceva caldo, le finestre facevano passare una piccola brezza che ristorava, quando il telefono mi aveva chiamato: «Sono Michele. Ha chiamato tua cugina Loli, è morta Naomi, la figlia di Petra». Due anni, due soli striminziti anni. La sto guardando nella fotografia, e

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