Ti vedrò cadere

E ti vedrò cadere,
un tonfo sordo,
forse un dolore soffocato
accompagnerà la caduta
o forse no,
sarà solo una legge fisica
a guidare lo stramazzare.

Io, dritto, muto, ti osserverò
non mi avvicinerò a te
non ti soccorrerò
non griderò il tuo nome
non griderò ‘Aiuto!’
sarò indifferente
perché sarò differente.

E non avrò attenzione
neppure per te
che sarai come mosca
che sbatte sul vetro per uscire;
tu vorrai entrare in me,
abituata agli inganni continui,
alle lisergiche illusioni.

Ma questa volta no,
non sarà così, mai più;
cercati un altro nido
o muori, non m’importa.
Stai vicino a lui
ai suoi occhi sbarrati,
inutili, inespressivi.

Non mi servirete più
non credo che proverò
dolore nel lasciarvi
siamo stati inseparabili
vi ho sopportato
vi ho creduto
mi sono ingannato.

Ora è tempo di non tempo
ora finalmente potrò
conoscermi
salutarmi per la prima volta
sorridermi come un amante
sentirmi libero e leggero
respiro dell’universo.

Ci lasceremo,
liberi di non crederci:
addio a te corpo animato
che mi hai permesso
di osservare il mondo
di assaporare, di toccare,
di odorare, di ascoltare

E addio pure a te
mente infaticabile
che mi hai dato canzoni,
poesie, racconti,
mi hai fatto scivolare
negli inganni, nella fede,
nelle speranze, nelle idee

non avrò più
le vostre catene gravitazionali
le vostre catene inconsce:
sarò libero.
Abbiamo fatto tanta fatica
ora è il tempo che
ognuno torni alla sua dimora.

Sarà il tempo della Verità,
sarà la soluzione cercata,
sarà la risposta a una vita,
sarà la rivelazione,
il conto in sospeso da saldare,
sarà…
sarà!

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