Domenica scorsa la lettura del Vangelo si è soffermata su Mc 10,2-16.
Il parroco, ma credo sia stata un’omelia comune, ha interpretato il passo evangelico come la legge messianica che abolisce il divorzio. Se da un lato il mio parroco ha avuto l’intelligenza di richiamare l’attenzione alla sacralità del matrimonio, visto come momento alto dell’esistenza umana, che comporta non poche difficoltà per tenerlo vivo, dall’altro ammoniva a non cedere alla logica dello “use and drop” (è indiano e ha detto proprio così), dell’usa e getta. Se qualcosa non va, se un oggetto si rompe non si ripara, si butta. Questa logica non deve diventare un patrimonio dell’essere umano, se qualcosa non va si ripara. Nel matrimonio non ci dev’essere la logica dello “use and drop”, ma la fatica della riparazione, la meraviglia di costruire un amore.
Se quest’ultima parte mi trova concorde, d’altro canto mi pare che si sia persa l’occasione di parlare di rispetto verso la donna. Felicemente ho trovato in rete questo scritto di Pagola e ve lo propongo. Mi pare una lettura più consona delle parole di Gesù.
Contro il potere degli uomini.
José Antonio Pagola
(teologo e biblista spagnolo)
I farisei fecero a Gesù una domanda per metterlo alla prova. Questa volta non è una questione senza importanza, ma un fatto che fa soffrire molto le donne della Galilea ed è motivo di vive discussioni tra i seguaci delle varie scuole rabbiniche, “È lecito a un uomo ripudiare la propria moglie?”.
Non si tratta del divorzio moderno che conosciamo, ma della situazione in cui la donna ebrea viveva all’interno del matrimonio, controllato dall’uomo. Secondo la legge di Mosè, il marito poteva rompere il contratto di matrimonio e cacciare di casa la sua sposa. La donna, invece, sottomessa in tutto all’uomo non poteva fare lo stesso.
La risposta di Gesù sorprese tutti. Non entra nella discussione dei rabbini. Invita a scoprire il disegno originale di Dio, che è al di sopra delle leggi e delle norme. La legge “machista”, in concreto, è stata imposta al popolo ebraico per la “durezza del cuore” degli uomini che controllavano le donne e le sottomettevano alla loro volontà.
Gesù approfondisce il mistero originale dell’essere umano. Dio “ha creato l’uomo e la donna.” Entrambi sono stati creati uguali. Dio non ha creato l’uomo con il potere sulla donna. Non ha creato la donna sottomessa all’uomo. Tra uomini e donne non ci deve essere il dominio da parte di nessuno.
Da questa struttura originaria dell’essere umano, Gesù offre una visione del matrimonio che va oltre tutto ciò che è stato stabilito per la “durezza del cuore” degli uomini. Donne e uomini si uniranno per essere “una sola carne” e iniziare una vita condivisa nel reciproco sostegno senza imposizioni o sottomissioni.
Questo progetto matrimoniale è per Gesù la massima espressione dell’amore umano. L’uomo non ha il diritto di controllare la donna come se fosse sua proprietà. La donna non accetta di vivere sottomessa all’uomo. È Dio stesso che li attira a vivere uniti da un amore libero e gratuito. Gesù conclude: “Ciò che Dio ha unito, che l’uomo non lo separi”.
Con questa posizione, Gesù distrugge il fondamento del sistema patriarcale in tutte le sue forme di controllo, si sottomissione e di imposizione dell’uomo sulla donna. Non solo nel matrimonio, ma in ogni istituzione civile o religiosa.
Dobbiamo ascoltare il messaggio di Gesù. Impossibile aprire i cammini verso il regno di Dio e la Sua giustizia senza lottare attivamente contro il patriarcato. Quando reagiermo nella Chiesa con energia evangelica contro tanto abuso violenza e agressione dell’uomo sulla donna? Quando difenderemo la donna dalla “durezza di cuore” degli uomini?
[Fonte: EcleSALia Informativo].