XXIII - ILVUOTO NON-ESSERE Il parlar dell'Insonoro è spontaneità. Per questo un turbine di vento non dura una mattina, un rovescio di pioggia non dura una giornata. Chi opera queste cose? Il Cielo e la Terra. Se perfino il Cielo e la Terra non possono persistere tanto più lo potrà l'uomo? Perciò compi le tue imprese come il Tao. Chi si dà al Tao s'immedesima col Tao, chi si dà alla virtù s'immedesima con la virtù, chi si dà alla perdita s'immedesima con la perdita. Chi s'immedesima col Tao nel Tao si rallegra d'ottenere, chi s'immedesima con la virtù nella virtù si rallegra d'ottenere, chi s'immedesima con la perdita nella perdita si rallegra d'ottenere. Quando la sincerità vien meno si ha l'insincerità.
Il parlar dell’Insonoro, ovvero far parsimonia delle parole, in questo caso si è spontanei, si è sé stessi. Chi è logorroico o ha tanta confusione in sé o ci vuole buggerare.
Un turbine di vento o un rovescio di pioggia sono manifestazioni violente della natura, ma non durano, così la furia e la violenza. Se neppure la Natura può persistere nella furia e nella violenza, lo potrà forse l’umano?
Quindi non al male, ma al bene deve essere rivolta la nostra attenzione: chi si dà al Tao sperimenta il Tao, resta genuino; chi persegue nella via virtuosa, ottiene in virtù; chi si dà alla perdita (pensa solo a sé stesso, perdendo gli altri) sperimenta la perdita (ti riempi di cose, solo di cose).
In base alla scelta che faremo, saremo comunque rallegrati di quello che avremo ottenuto: trovarci nella spontaneità del Tao; essere diventati persone virtuose; esserci persi nelle cose.
Chiude con un monito: quando la sincerità viene meno, e la sincerità è alleata alla spontaneità, si riceve insincerità, si vive nell’insincerità, nella menzogna.