Il Tao, come l’ho capito io – 28

XXVIII - TORNARE ALLA SEMPLICITÀ
Chi sa d'esser maschio
e si mantiene femmina
è la forra del mondo,
essendo la forra del mondo
la virtù mai non si separa da lui
ed ei ritorna ad essere un pargolo.
Chi sa d'esser candido
e si mantiene oscuro
è il modello del mondo,
essendo il modello del mondo
la virtù mai non si scosta da lui
ed ei ritorna all'infinito.
Chi sa d'esser glorioso
e si mantiene nell'ignominia
è la valle del mondo,
essendo la valle del mondo
la virtù sempre si ferma in lui
ed ei ritorna ad esser grezzo.
Quando quel ch'è grezzo vien tagliato
allora se ne fanno strumenti,
quando l'uomo santo ne usa
allora ne fa i primi tra i ministri.
Per questo il gran governo non danneggia.

Pone l’attenzione alla filosofia della relazione che lega tutto. Una cosa porta con sé il suo contrario: yin e yang.

Chi sa d’esser maschio e si mantiene femmina[], è un concetto che noi abbiamo sentito esprimere da Gesù, se vuoi comandare fatti servitore, se ti vuoi innalzare, abbassati, non perché gli altri ti riconosceranno la gloria e quindi un giorno ti premieranno, ma perché questo è il modo per vivere una vita eterna, per dare un senso autentico, per vivere a imitazione del Padre. Se sai di essere il primo al mondo, poniti ultimo, questo è l’atteggiamento del santo e diventi forra. La forra è una gola stretta tra le montagne dove sotto scorre l’acqua, le creature si dirigono a essa spontaneamente. Così saranno gli altri nei confronti del santo, che in lui riconoscono la semplicità dei pargoli, la loro spontaneità.

Chi sa d’esser candido e si mantiene oscuro[…], chi sa di essere una persona carica di splendore, deve mantenersi oscuro, nel senso di ottenebrato, la persona ottenebrata è una persona silenziosa, quindi fa riferimento al silenzio, un silenzio presente come se niente gli fosse stato manifestato. Non far sfoggio, non vantarsi del proprio sapere, così si diventa modello, cioè esempio, per il mondo. Così si diventa una persona virtuosa e longeva.

Chi sa d’esser glorioso e si mantiene nell’ignominia[…], ricorda un po’ l’invito di “ognuno prenda la sua croce”, accettare il fatto di poter essere dileggiati per la scelta fatta di essere nel Tao. Ci sarà chi insulta, ma statene certi, ci sarà una folla che avrà bisogno di dissertarsi alle acque del Tao e si avvicinerà al santo. Solo deve rimanere grezzo, cioè naturale, semplice, spontaneo.

Da una cosa grezza si ricavano tanti strumenti, quando il santo sa usare questi strumenti nati dal suo essere grezzo, allora sa guidare la gente e sa guidare la sua persona verso il sentiero del Tao, senza recare danno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

My Agile Privacy

Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. 

Puoi accettare, rifiutare o personalizzare i cookie premendo i pulsanti desiderati. 

Chiudendo questa informativa continuerai senza accettare.