III - TENERE TRANQUILLO IL POPOLO Non esaltare i più capaci fa sì che il popolo non contenda, non pregiare i beni che con difficoltà s'ottengono fa sì che il popolo non diventi ladro, non ostentare ciò che può desiderarsi fa sì che il cuore del popolo non si turbi. Per questo il governo del santo svuota il cuore al popolo e ne riempie il ventre, ne infiacchisce il volere e ne rafforza le ossa sempre fa sì che non abbia scienza né brama e che colui che sa non osi agire. Poiché egli pratica il non agire nulla v'è che non sia governato.
Lao Tsu si rivolge ai governanti, a chi fa politica. Le prime due righe sono in antitesi all’adagio che sta andando di moda: premiare il merito. Il merito, inteso come delle alte competenze o conoscenze acquisite, non vanno premiate, vanno riconosciute. Non si premia, non si esalta il capace, lo si mette in condizione di fare bene. Quindi non benefit o extra che sono diventati un insulto dell’economia, una crepa tra chi a fatica si sostenta con il suo stipendio e chi col suo stipendio ostenta, scialacqua con il solo fine di scialacquare, per creare invidie. Non bisogna ricercare i beni esclusivi, sfoggiarli come segno di distinzione, questo alimenta invidie, livore, risentimento. Il desiderio non è più indirizzato al bene, si è lontani dal Tao e vi si allontana il popolo, che entra in una sorta di distruttiva competizione per ottenere l’effimero.
Il santo (colui che ha scelto il Tao) che governa non alimenta di inutili desideri il popolo, anzi evita e lavora per dissuadere da questo cammino perché non porta alla felicità, ma all’insoddisfazione. È quello che fa l’imperatrice del mondo occidentale, la Pubblicità. Non lavora perché i suoi sudditi siano felici, ma opera per la loro infelicità, droga i bisogni autentici, primari, con artifici che inducono alla dipendenza, ovvero delle solide catene che consentono di ottenere da tutti lo sfruttamento e l’obbedienza. Il santo riempie il ventre, ovvero soddisfa i bisogni reali della persona, non quelli indotti. Lo emancipa dalla seduzione della pubblicità e lo fa crescere nei principi autentici della vita. Non deve avere scienza, ovvero non deve atteggiarsi come a colui che tutto sa (la Pubblicità è così, ha la risposta – falsa a ogni problema), ma deve coltivare il dubbio. Praticando il non agire, non insegue le mode, ma cerca di rimanere con i piedi piantati per terra, entrando in sé stesso. Se sa rimanere nel qui e ora, senza brame, sarà un buon governante.