XXXI – DESISTERE DALLE OPERAZIONI MILITARI Ecco che son le belle armi: strumenti del malvagio che le creature han sempre detestati. Per questo non rimane chi pratica il Tao. Il saggio, che è pacifico, tiene in pregio la sinistra, chi adopra l'armi tiene in pregio la destra. Ecco che son l'armi: strumenti del malvagio non strumenti del saggio, il quale li adopra solo se non può farne a meno. Avendo per supreme pace e quiete, ei vince ma non se ne compiace, chi se ne compiace gioisce nell'uccidere gli uomini. Ora chi gioisce nell'uccidere gli uomini non può attuare i suoi intenti nel mondo. Nelle gesta fauste si tiene in onore la sinistra, nelle gesta infauste si tiene in onore la destra. Il luogotenente sta alla sinistra, il duce supremo sta alla destra: assume il posto del rito funebre. Quei che gli uomini ha ucciso in massa li piange con cordoglio e con tristezza: la vittoria in guerra gli assegna il posto del rito funebre.
Lao Tzu è un altro che sarebbe bollato, in questi tempi ritrovati di guerra, come un buonista, marcandone il disprezzo. Perché il buonista, cioè colui che si dimostra tollerante nei confronti degli avversari, è il peggiore soggetto che ci possa essere secondo il pensiero dominante. Come dice giustamente papa Francesco (un altro che riceve disprezzo): «Quella che stiamo vivendo non è semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento di epoca»1, il Capitale sta dilagando e per sopravvivere ha bisogno di guerre, di svincolarsi dai ritmi lenti della Natura per imporre i ritmi esasperanti della produzione, con conseguente alterazione dell’ambiente. Quest’epoca non vuole il Noi, ma l’Io. Ognuno deve vedere nel vicino il nemico da sconfiggere o il debole da sopraffare, altro che buonismo. Stiamo entrando in un tempo malvagio e i politici peggiori si fanno paladini di questa nuova epoca, seminando divisioni, odio, disprezzo. Chi vive il Tao tutto questo non lo segue.
Il saggio che è pacifico sta in linea opposta al guerriero, detesta le armi. Sono strumenti del malvagio, se il saggio si trova costretto a usarle (come la manipoleranno a loro vantaggio gli spiriti guerrafondai questa affermazione!), lo farà con disagio, le userà con parsimonia, aspirando alla pace, non ha parole di odio e di disprezzo per nessuno, vince, ma non si compiace, non gode della morte altrui per mano violenta. Perché chi gioisce della guerra vinta, gioisce delle morti che ha arrecato, prova godimento nell’uccidere. Un politico del genere sarà sempre guidato dal piacere della morte inflitta; la sua politica sarà all’insegna della morte, sarà uno che invocherà il sacrificio. Il sacrificio è un rito di morte, sempre.
1 Udienza del Santo Padre alla Curia Romana in occasione della presentazione degli auguri natalizi, 21.12.2019