XLV - L'IMMENSA VIRTÙ La grande completezza è come spezzettamento che nell'uso non si rompe, la grande pienezza è come vuotezza che nell'uso non si esaurisce, la grande dirittura è come sinuosità, la grande abilità è come inettitudine, la grande eloquenza è come balbettio. L'agitazione finisce nell'algore1, la quiete finisce nel calore: la pura quiete è la regola del mondo. 1 freddo intenso
Torniamo alla tormentata, almeno per noi occidentali, ricerca di definire il Tao, senza riuscirvi. Il Tao è qualcosa di completo che si vive nei frammenti del quotidiano, quindi ci è impossibile vederlo nella sua totalità; così come il dono dello Spirito Santo che Gesù ci dice è inesauribile e va donato tutto, tale è la grande pienezza di chi vive il Tao, non si esaurisce mai, quindi va dato in continuazione e non trattenuto, per questo si è nel pieno del Tao quando si è vuoti; Il raggiungimento del Tao prevede una disciplina fatta di rettitudine, ma non di rigidità, ci si deve adattare come acqua per non entrare in conflitti e tuttavia mantenere la forza del molle, che tutto spacca. La grande abilità significa avere dei grandi talenti eppure non sfoggiarli, ma viverli mestamente, semplicemente come se se ne fosse privi. La grande eloquenza appartiene al saggio, il quale sebbene abbia un grande sapere si deve dimostrare balbuziente, ovvero non ostenta i suoi discorsi, parla quando serve, con chiarezza (ritorna ancora l’invito di Gesù: “Il vostro parlare sia sì, sì; no, no”). Non dobbiamo dimenticare che la vita è un continuo inseguirsi di yin e yang. L’estate, quando lo yang è al culmine, deve lasciare il passo al freddo, lo yin. Quando il silenzio dell’inverno sembra blocchi la vita, inevitabilmente arriva la primavera, lo yang, la natura si riprende il suo vorticoso moto. Chi impara a rimanere in quiete (la pura quiete) riesce a dominare se stesso.
