Mi sto riparando dalla canicola e dal sole di un mezzogiorno estivo sotto un grande pioppo bianco. Un sospiro di vento muove le sue foglie e l’erba, mi avvolge e mi ritempra il corpo, respiro purezza.
Alzo piano la testa per cogliere la sommità: come sei bello, caro pioppo!
Non possono entrare nel tuo spazio i pensieri cattivi, le ansie, le preoccupazioni: qui sotto regna la pace, sei un accenno di beatitudine.
Ecco, arriva un nuovo leggero soffio dal mare! E respiro.
Come sto bene, qui. Come sto bene, ora. Si dissolve il tempo, dov’ero e dove andrò sono futili quesiti insensati. Mi pare d’esser stato sempre qui.
So che non mi capisci, per te il verbo andare non ha significato, tu sei. Mentre io, ah, io mi perdo in ragionamenti e visioni sterili. Se te le raccontassi non capiresti, perché tu sei e nel tuo stare si fonda tutta la tua esistenza. Tu sei l’alfa e l’omega, tu sei tutto. Già per te è facile, tu domini con la tua statura, dai riparo a me, alle formiche che corrono sulla tua corteccia, all’uccellino che fischia qualche ramo più su. E tutti ci sentiamo al sicuro. Che cosa si prova a essere tanto imponente?
Domanda sciocca la mia, lo so. Tu non ti vedi e non sai nemmeno dove ti trovi: tu sei, tu stai e del resto non ti importa nulla.
Non sai di avere un fusto possente, non sai d’avere radici ben salde al terreno, non sai che la linfa che ti attraversa mi fa respirare bene e mi massaggia il cuore. Per te il mondo non esiste, non conosci i colori, non valuti le distanze, i suoni. Tutto è nero per te, tu stesso sei nero. Percepisci il calore e in base a questo ti comporti: esplodi di verde nelle stagioni calde e mostri i rami nudi in quelle fredde. Non sai come sei fatto, senti solo la clorofilla attraversarti e questo ti basta.
Tu sei nel Tutto e non ti servono le domande, quello che ti serve sapere lo vivi.
Se ti dicessi che pure tu sei nulla di fronte all’Universo non capiresti, tu sei l’Universo. Questo è il mio grande errore: credermi altro dall’Universo, ospite che non sa qual è la sua dimora e invece è tutto qui. Lo sto imparando da te. Basta esserci. Come ci sei tu in questo momento, come c’eri quando sono arrivato, come ci sarai quando me ne andrò. Dobbiamo esserci, sempre.
Ma io ho pure uno spirito, più inquieto del corpo che ora se ne sta pacifico sotto di te, lo spirito cerca un senso.
Lo so, non capisci che cosa vuol dire cercare un senso. Tu non ti muovi, tu sei.
Probabilmente devo imparare da te, fermarmi da questo inutile cercare, mettere radici nel mio cuore, ascoltare questo corpo che si espande e si contrae a ogni respiro, abbandonarmi a questo, perché è questo che fai tu: tu sei. E quando sei puoi dar riparo a un uccellino, lasciare le formiche correrti su e giù per la corteccia, permetti a un picchio di martellarti o a questo uomo stanco di trovare vicino a te la pace.