Amore mi ha fatto un fischio, nel suo gergo significa che vuole uscire. Io lo accontento, mi piace camminare all’aperto. Amore è un uomo enorme, ma ha paura del mondo, per uscire prende un guinzaglio, una specie di corda, se la lega a una mano e l’altra estremità me la gira all’altezza del garrese, probabilmente gli dà sicurezza, non lo so perché ma ha paura ad affrontare il mondo che sta fuori dalla nostra cuccia. A volte esco anche con Ciccina, anche lei si lega a me col guinzaglio, è paurosa ma meno di Amore, poi spiegherò perché. Una cosa credo di aver capito: gli umani hanno paura del mondo.
Ogni sera esco con Amore a fare un giretto. Ha un brutto vizio, mentre camminiamo, si mette in bocca un cilindretto e gli dà fuoco con l’accendino, si chiama sigaretta ed emana un puzzo pestilenziale. Non capisco il senso di dover liberare quella puzza, non lascia traccia, si disperde; anche Ciccina lo rimprovera, lei non l’ho mai vista mettersi tra le labbra quel cilindretto, ma Amore sembra non possa farne a meno. Probabilmente è legato alla sua paura. Io per evitare quel nauseante odore zampetto velocemente davanti a lui, così non sono costretto a respirarlo.
Quando si contano le sette lune, al pomeriggio usciamo tutti assieme; io, Amore, Ciccina e Ilpiccolo, il loro cucciolo umano. Io sto legato ad Amore, mentre Ciccina e Ilpiccolo stanno per conto loro, questo dimostra che Ciccina è più coraggiosa, probabilmente l’istinto materno le dà una forza in più. Lei spinge una portantina a ruote dove sta seduto Ilpiccolo, che così si trova alla mia altezza. Spesso mi avvicino, lui tende le sue manine verso di me, sbava dalla bocca, gli lecco la mano o i piedini, lui ride. È un cucciolo umano davvero amorevole.
Sono belle le passeggiate che facciamo assieme. Ma hanno una nota negativa. Amore, che apparentemente sembra il capo branco che tutto sa, in realtà ha molte pecche. Gli voglio bene ugualmente, sia chiaro, però non so come fargli capire quante cose si sta perdendo.
Ieri è stata una bella giornata di sole e siamo usciti. Non è stato un sole forte, prepotente, quello che ti fa penzolare la lingua e respirare a ritmo sostenuto per abbassare la temperatura (gli umani emettono gocce di sudore, ho notato), no, adesso è il sole che viene dopo, quando le foglie cadono ed è bellissimo calpestarle per il rumore che fanno. Abbiamo passeggiato tutti assieme.
Mentre passeggio io sono molto curioso. Intanto sento gli odori e mi piace riconoscerli: capisco se è passato un altro cane, un gatto, un topo, un umano.
Osservo tutto quello che c’è intorno. Questo rallenta il mio passo. Amore mi dice severo: “Dai Chicco”, Chicco sono io, così mi chiamano, “non c’è niente da vedere! Muoviti!” e dà uno strattone al guinzaglio verso di sé, per costringermi a proseguire. Qualche volta faccio resistenza, ma con lui non ha senso. Proprio non riesce a guardare il mondo, la meraviglia che abbiamo attorno. Ignoro il motivo, forse è troppo alto e non gli arrivano gli odori o forse non ci vede bene, è un peccato, si perde un sacco di cose fantastiche. Come vorrei dirglielo! Ci provo facendo resistenza, ma è inutile, lui vuole camminare, ottuso; con Ciccina si ferma davanti a cose inanimate che chiamano vetrine. Ciccina emette dei sospiri o si entusiasma, lui meno, pare sempre rabbuiato. Avrei voluto dirgli: «Ma perché vi fermate? Poco più indietro c’era una rana in un fosso mimetizzata tra le foglie… non era bella da vedere? E presso a quel paletto c’è l’odore d’urina di un cane… Non sarebbe bello capire dov’è e correre assieme a lui? E ora sento il miagolio d’un gatto, lo cerchiamo? Sento pure l’odore di un poppante, simile a quello di Ilpiccolo, magari se si incontrano fanno amicizia…», è tutto inutile l’unica cosa che sanno dire è: «Chicco, basta abbaiare!»
Non osservano niente, non godono di niente, camminano, non sembrano neppure felici, pare che facciano le cose per costrizione.
Ma, buon Dio, vuoi darmi la parola per permettermi di convertire gli uomini alla bellezza di quello che hai creato?