Pioggia battente

Un vento impetuoso mi sveglia, sento il balcone sbatacchiare. L’ho lasciato socchiuso per far ombra e far passare un po’ di aria per alleggerire la canicola.
È stato velocissimo il tempo a mutare, avevo abbassato gli occhi che il sole di Luglio arrostiva la terra e ora ecco nubi dense, scure, corrono all’impazzata in cielo, sembrano in preda al panico, scoordinate, tuoni e gocce grosse di pioggia si confondono in un parapiglia che piega i rami degli alberi, i quali resistono al vento con difficoltà. Speriamo non grandini.
Torno a distendermi. La pioggia schiaffeggia i muri con una cattiveria inaudita. Che cosa le è accaduto? Con chi ha litigato? Perché esprime così tanta rabbia?
Una piacevole sensazione mi corre lungo la schiena, dei brividi mi massaggiano la spina dorsale. Mi piace tutto questo, la prima volta che l’ho vissuto ero un bambino.
Mi trovavo sotto la grande tettoia che fungeva da fienile a casa dei nonni. Il cielo plumbeo non mi aveva impedito di fuggire dalle attenzioni degli adulti (o così credevo) per andarmene verso la tettoia, mi arrampicai sulla scala italiana fatta di ferro, pezzi saldati dallo zio, per trovarmi altissimo (forse un paio di metri, ma mi sembravano tanti) sulla parte più bassa del fieno, la parte che veniva inforcata per darla al bestiame (mentre l’altra metà toccava il soffitto, o così mi sembrava), per saltare e fare piroette. Le balle di paglia erano accatastate subito dietro il fieno, erano più alte, mi ci arrampicavo e poi saltavo giù. Un precipitare emozionante, morbidamente fermato dal fieno che esalava tutto il suo profumo di erba essiccata.
Cominciò a piovere, quasi come ora. Non mi arrischiai di correre in casa, rimasi lì, disteso. Il vento sferzava un’aria fredda, che mi rabbrividiva la pelle, però dal fieno saliva un tepore caldo. Quel gioco di aria calda che saliva e aria fredda sputata dal vento, mi dava un piacere inusuale, lo stesso che mi si ripropone ora: un massaggio lungo la spina dorsale, il freddo sulla parte del corpo più esposta, calore nella parte a contatto col fieno o col letto ora.
Ogni volta che sento una pioggia violenta, quel piacere si ripropone.
E mi viene da pensare che la vita sia tutto qui: una sensuale sensazione nata da cause naturali. Niente di artificiale, costruito o indotto dall’industria. La gioia di esistere, il profumo delle cose semplici, la gioia di godere del piacere che ti offre il corpo a contatto con la natura, racchiudono il senso della vita.
Camminare scalzo, bagnarmi di rugiada, osservare la corrente dell’acqua, sono tra le cose più sensate e vive che posso provare. Mi sento dentro il Tutto, mi sento il Tutto. Piccola particella collegata con galassie lontane, infinitesima parte dell’infinito, infinitesimo valore messo sotto la linea di divisione, basta che alzi la testa e superi quella linea e divento infinito.
Sferza il vento, sbatte la pioggia sul muro. I ricordi e il presente giocano con la mia pelle, è una sensazione piacevole. Vivo il momento e mi pare che duri da sempre.

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