La scorsa settimana ho letto in una locandina davanti a un’edicola:
“Nella Terapia intensiva di Treviso lavorano 20 No vax”
Mi son chiesto quale reazione volesse scatenare il titolista (e di conseguenza la linea del giornale, ovvero La Tribuna di Treviso).
Per quel sentimento che si sta diffondendo e che la stampa intera sta ingigantendo dopo aver diviso la popolazione in No e Pro, sono arrivato alla conclusione immediata, di pancia: per colpa di venti irresponsabili si sta mettendo in crisi un reparto. Credo sia il sentire condiviso dalla maggioranza.
E siccome ci hanno diviso non serve andare oltre con l’analisi, la verità è questa e si accresce il disprezzo verso i No, mentre i No restano disgustati dall’ignoranza degli altri e si inventano nuovi epiteti per deriderli. Vince chi tiene il banco, vince il Potere; No e Pro sono troppo presi a stancarsi colpendosi a frasi e offese mentre il Potere li osserva e gode. Apparentemente.
Ho pensato che questi venti operatori sanitari, dopo il 15 ottobre lasceranno il posto di lavoro perché privi di lasciapassare, come ha ordinato il Potere. Lui stesso ci dice che non sussiste alcun problema, ogni lavoratore verrà sostituito temporaneamente da un disoccupato. Ma davanti a questi venti sa che sta mentendo: si trovano facilmente simili competenze? Non credo si tratti di personale dedicato alle pulizie, sono quasi tutte attività subappaltate. E allora?
Allora non può far altro che far leva sul disprezzo dei Pro e dei famigliari di chi si trova dei ricoverati in quel reparto, per indurre in vaccinazione chi la vaccinazione non la vuole.
Io che sono Pro, ma non mi fido del potere borghese e mi fido poco delle conclusioni affrettate, sono giunto a un’altra conclusione: il titolo maschera lo sfacelo in cui politicanti osannati dalle masse, ma tendenti all’affarismo, hanno portato il Paese, in questo caso la Sanità.
Hanno scarnificato la Sanità pubblica che alla prima vera emergenza, ha dimostrato tutte le falle (con conseguenti morti) di un sistema che ha rosicchiato il più possibile a vantaggio di interessi privati (e la Lombardia, che si considerava la migliore per gestione, ha pagato un prezzo altissimo).
Giunta l’epidemia abbiamo fatto i conti con un numero di morti abnorme, con reparti non strutturati per sopportare l’ondata di malati. Abbiamo lasciato morire un sacco di persone senza che avessero attorno l’affetto, l’amore dei propri cari, solo l’anonimo tubo che doveva dare ossigeno e dei monitor che registravano le funzioni vitali malmesse. Così sono morti a migliaia, senza amore, solo la surroga del sorriso espresso dagli occhi stanchi degli infermieri per ricordare a questi moribondi che appartenevano all’umanità. Non sono morti per solo per Covid, sono morti per denaro, per furto.
Il vaccino non è solo un modo per frenare il morbo, lo han detto tra le righe persone che hanno il cappello per comandare, serve a diminuire i casi che finiranno in terapia intensiva, ovvero, dico io, serve a nascondere lo sfacelo in cui stanno portando, riduzione di bilancio dopo riduzione di bilancio, ristrutturazione dopo ristrutturazione, la nostra Sanità. Se proprio avessero avuto a cuore la vita della gente, avrebbero tenuto aperta anche la via delle cure alternative che hanno dato i loro frutti (lo dice chi ne sa più di me, cioè tutti), ma probabilmente costano poco e noi non siamo Cuba che si deve ingegnare cure alternative perché non ha mezzi, noi i mezzi ce li abbiamo, possiamo pagare, i soldi devono girare: è il fatturato che conta…
È il prezzo che paghiamo per avere una classe politica di incapaci (sono incapaci pure coloro a cui va la vostra stima e il vostro futuro voto), privi di visione, di progetto, hanno capito che sopravvivono e possono fare gli interessi del Potere in modo indisturbato se ci sono delle emergenze (rischio di bancarotta, immigrazione, sanità sono solo quelle recenti). Manca il senso di collettività ce l’hanno tolto chiudendoci nell’individualismo più angosciante. Lo sento come un eco anche nell’urlo “Libertà” contro il green pass. Si grida alla libertà propria, non a quella di tutti. Se il Potere togliesse il green pass e lasciasse libertà di vaccino, dello sfacelo della Sanità non importerebbe a nessuno, dell’incompetenza dei politici men che meno, dei morti importerebbe solo a chi viene colpito.
Temo che quest’accenno di burrasca della rivolta tornerebbe mare calmo, si guarderebbe con rassegnazione alla situazione e con Bolsonaro diremmo: «Chi deve morire, muore!»
In conclusione credo che sia morto l’Amore politico.