Mi è giunta una e-mail dalla Grecia di un certo signor Platone. Ve la propongo.
Dal Libro VIII del “De Republica”
Disse Entopo: “Dimmi, o Socrate: se per salvare la democrazia occorre scegliere persone che il popolo né elegge né sa chi sono, questa dirsi si può ancora tale?”
Replicò Socrate “Certo, se codesti saggi sono scelti da coloro che il popolo ha voluto”
Entopo pensoso continuò: “Ma a che uopo, se solo i saggi sanno governare saggiamente, far eleggere al popolo altri che saggi non sono? Se il saggio è colui che non è legato ai partiti che dividono questa nostra città, se ne viene che tutti i politici sono stolti. Perchè mai dunque scegliere uno stolto al governo?”
“Bene dici”, replicò Socrate, “Ma se lasciassi a casa gli stolti chi mai sceglierebbe i saggi?”
Entopo disse “E chi mai si può fidare di un saggio scelto da uno stolto?”
E Socrate: “Ma è proprio lo stolto ad avere scelto il saggio? Non può darsi che il saggio, bramando il governo delle cose, abbia mosso una guerra segreta allo stolto e, vintolo, ne abbia preso il posto? Perché quando la situazione è grave per la città è bene cercare il saggio che sappia provvedervi; ma conviene anche stare attenti che la causa del disastro non sia lo stesso che si propone per rimediarvi, o un suo sodale.”
Ma Entopo: “E se anche fosse, non sarebbe in fondo cosa buona? I grandi re muovono guerra gli uni agli altri, e quando il minore cede, il più forte ne prende il posto. Essendo più forte meglio può provvedere al popolo di quello che, vinto, deve lasciare il trono, e ripagare i danni dalla sua stessa guerra causati.”
E Socrate: “Se fosse come tu dici, che ne sarebbe della democrazia?”
Replicò Entopo: “Anch’io me lo domando. Questa parola sarebbe vuota e usata solo dagli stolti per darsi vanto.”
“O dai saggi”, concluse Socrate, “o dai saggi”.