E ci risiamo. I miei compagni di viaggio hanno perso ancora una buona occasione per tacere. Mi riferisco a questo avvenimento.
Un professore di musica delle medie inferiori di Pove del Grappa ha insegnato ai suoi allievi tredicenni “Faccetta nera”.
Quando dei genitori hanno visto lo spartito o sentito i loro figli provare la canzone hanno alzato gli scudi della battaglia. Come si permette quel porco fascista a insegnare certe canzoni a mio figlio/a?
Credo che nessun insegnante, per quanto politicizzato, rivoluzionario o nostalgico, si permetterebbe di ‘inculcare’ (come dice il nostro sclerotizzato premier) canzoni della sua area politica. Avrebbe vita breve.
E questo insegnante, come ho ascoltato al telegiornale in una sua telefonata, sta seguendo un percorso dove sono comprese ‘Bella Ciao’ e ‘L’Internazionale’. Probabilmente quell’insegnante sta seguendo una traccia storica, dove sta evidenziando il ruolo della musica popolare nei vari contesti. Mi pare bello, interessante e arricchente. E dentro questo percorso, ascoltata la notizia, avevo inteso l’apprendimento della canzone.
Ma i soliti imbecilli infarciti di classeoperaiaborghesiasottoproletariatocazzo hanno dimostrato, ancora una volta, puntualmente, la loro miseria. Paladini del Giusto, custodi della Verità, rivoluzionari che si spippano le Marlboro, non hanno perso occasione per andare contro il Sistema, contro il Potere fascista e altre stronzate che mi son sentito raccontare da troppo tempo.
E orgogliosi stanno dimostrando tutta la loro miseria. Non lo so se capiranno in che pantano di ridicolo stanno sprofondando. Probabilmente no, rispolvereranno il fascino del volantinaggio, del presidio, dell’affrontare i qualunquisti, o peggio, i leghisti-fascisti, per affrontarli a muso duro e rispolverare il piacere della rivincita proletaria. Se ci riusciranno. Altrimenti dovranno raccontare dell’attacco fascista che hanno subito.
Ma non avranno mai il coraggio di raccontare della loro miseria intellettuale.